Tre Allegri Ragazzi Morti in dub

di Benedetto Marchese (@dettobene)

Come un 45 giri made in Jamaica negli anni Settanta, giri il lato e ritrovi lo stesso brano, lo stesso gruppo riarrangiato in versione dub. “Primitivi del futuro” il sesto album dei Tre Allegri Ragazzi Morti uscito da poche settimane, fa un po’ lo stesso effetto, suonando in modo decisamente diverso dai precedenti e lasciando solo momentaneamente perplessi gli amanti delle sonorità più tipicamente pop-punk del trio di Pordenone. Una piccola svolta alla quale ha contribuito Paolo Baldini, musicista e produttore di B.r. Stylers, Dub Sync ed ora in tour con gli Africa Unite, il quale ha avuto sulla band di Toffolo, Molteni e Masseroni, lo stesso impatto che Mikey Dread ebbe sui Clash all’epoca di Sandinista. Un sound il cui risultato è perfettamente espresso nella title-track che ha aperto anche il loro concerto al Baraonda del Cinquale dove pochi giorni fa i Tarm sono tornati a distanza di tredici anni dalla prima volta. “Allora si vedevano le mattonelle bianche e nere” sottolinea Toffolo, ora invece la gente di accalca fino a pochi centimetri dalle maschere e dagli strumenti ed inizia ad ondeggiare sulle prime note di “Primitivi del futuro” e sulle parole che descrivono “Cacciatori raccoglitori, beoni spacciatori, contadini dissidenti, puttane felici e giocatori”. L’impatto è particolare ed inatteso, ma il lento ritmo in levare coinvolge gambe e teste che non si fermano e ascoltano dell’amore “Che non uccide ma assomiglia molto alla fame” e delle riflessioni sull’adolescenza del primo singolo “Puoi dirlo a tutti” , che anticipa una prima parte di concerto dedicata ai nuovi brani fra i quali spicca “L’ultima rivolta nel quartiere Villanova non ha fatto feriti” , la cui traduzione live sembra estrapolata da una serata dei primi anni Ottanta al Roxy di Londra. “La salamandra”, ispirata da Alda Merini, è un intermezzo nell’esecuzione dei nuovi brani che coinvolgono un pubblico eterogeneo nel quale si confondono anche parecchi fans arrivati da lontano. Da lì a poco, come in un perfetto Punkyreggaeparty, il suono si fa più veloce, la chitarra resta sempre in levare ma l’attitudine torna ad essere quella più nota dei Tre Allegri Ragazzi Morti che propongono in serie “Il mondo prima”, “Ogni adolescenza” e “Prova a star con me un altro inverno a Pordenone” che mescolano le file, agitano un pogo che sfiora i quattro mascherati senza mai toccarli, che si ferma solo poco dopo per lo splendido medley che mette in fila 15 anni, Karaoke e 1994. Nel buio del Baraonda brillano i teschi e risuonano i riverberi dub di uno dei passaggi più belli dello show che si chiude con i classici “Mio fratellino ha scoperto il rock and roll” e “Occhi bassi”, prima del bis “Puoi dirlo a tutti”. Anche nella nuova veste lo spettacolo della vida e della muerte continua ad essere affascinante e coinvolgente con le sue contaminazioni in stile Clash e le innate radici punk.

2 commenti

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2 risposte a “Tre Allegri Ragazzi Morti in dub

  1. Io ho visto dei video e mi hanno detto che fra le canzoni ci sono anche Voglio, il principe in bicicletta e tante altre che non ha citato…

  2. Benedetto Marchese

    Si, vuole la scaletta completa?

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