Cinque anni fa il crollo della Torre Piloti di Genova l’ho seguito in tv subito dopo l’accaduto, in piena notte. Nelle ore successive ne ho scritto e nel giorno della camera ardente al Porto Antico ho visto da vicino il dolore dei familiari.
Ieri a Milazzo ho conosciuto la vicenda in una dimensione diversa. Nei luoghi, negli affetti e nelle persone più vicine ad uno di quei nove ragazzi.
Ho conosciuto Adele Chiello Tusa, madre per le quali coraggio, tenacia e dignità sono parole vere, concrete contagiose.
Ho visto cosa c’è oltre oltre il clamore e l’attenzione mediatica del momento, cosa significano anni di udienze, speranze e frustrazioni e cosa significa lottare ogni singolo giorno contro giganti veri e cinici.
Ho ritrovato le stesse emozioni in Daniela, accomunata ad Adele dallo stesso dolore e dalla medesima forza.
Ho provato l’emozione di reggere e portare in giro quello striscione con i trentadue volti e la loro storia viareggina.
Ho vissuto ventiquattrore intensissime e preziose, trascorse con compagni di viaggio perfetti.
Grazie di cuore a tutto il Lavoratorio Artistico.
Qui i miei articoli usciti su Genovapost, Cittadellaspezia e Voceapuana