Archivi tag: carpi

Un tè buttato via

carp

(@dettobene)

Almeno oggi non fa freddo. Vabbè, ho le mani gelate e le scaldo con un bicchiere di tè chimico che fa schifo, ma per fortuna non si gela come l’altra volta quando c’era la neve ovunque. Eravamo stranamente in balaustra, non riuscivamo nemmeno a muoverci se non per prenderli per il culo dopo che Lotito aveva detto che erano troppo pochi per andare in A. Che poi alla fine ci sono andati davvero, mica come noi che siamo ancora qui a esaurirci con i playoff, gli esodi, i sogni, le lacrime e le trasferte impossibili.

Quattro gatti erano e quattro gatti sono, però la soddisfazione se la sono tolta. Dal nulla a girare ovunque, una stagione intera che noi ci metteremmo la firma anche solo a fare un girone d’andata sopra sta categoria. Tipo Mora, che qualcosa si è goduto anche se ha giocato poco. A vederlo con barba e capelli lunghi in mezzo a questi tutti uguali gli mancano solo l’accento incomprensibile da inglese del nord e la maglia di lana pesante. Chissà se ha letto la scritta di Ponzo prima di infilarsi la nostra.

Grande Paolino, oggi c’avrebbe fatto comodo per mettere un po’ di cuore lì in mezzo e far muovere tutti. Gli bastava vedere pallone e avversari e li rincorreva fino alla fine. Un po’ come noi che se ce ne fosse bisogno andremmo anche a sfidare qualche stadio di orchi in Russia, solo per attaccare pezze e sventolare bandiere.

“Non me ne frega un cazzo se Mora è forte e fa dei gol, basta che esca sudato”. David la fa facile, catapultato in trasferta sette anni dopo aver tribolato di notte, attaccato al computer con la telecronaca in chissà che cazzo di lingua pur di vedere lo Spezia a Cittadella o in casa col Trapani. Ha pianto di gioia o bestemmiato insieme a noi, solo che stava dall’altra parte del mondo. “Frè ti va bene che qua non ci sei mai stato, io sto posto lo odio”.

Il tè fa veramente schifo ma tutto sommato mi è andata meglio degli altri. Li ho lasciati alle prese con birra analcolica e un bombardino che riesce a bere solo Riccio. E’ ancora tiepido ma ci mette un secondo a volare oltre la ringhiera e finire sul cemento in discesa di sto finto velodromo. Mentre cade laggiù davanti esultano tutti, lo speaker dice cose senza senso e Mbakogu ci ricorda che qua non si passa, che i nomi e i soldi ce li possiamo anche tenere. Jerry Mbakogu, potrebbe stare in un video grime girato a Newham con la tuta dell’Adidas e le rime incazzate, e invece è qua che non lo tiene nessuno e se ne frega dei buu di qualche fesso.

Qui non c’è storia, finirebbero a prenderci per il culo anche se ci presentassimo con Ibrahimovic là davanti. Si perché Terzi la butta dentro solo per illuderci che stavolta possa andare diversamente, o magari solo per far scriccare quella torcia che alla fine la sua figura la fa sempre.

Esulti, ci credi, gli fai il verso della sega ma i vecchi in gradinata sono belli tranquilli, lo sanno che noi qua siam venuti solo per pagare il biglietto e far l’incasso al bar. Lo sa anche Melchiorri che non segna da un anno e ci guarda tutti uno per uno mentre la butta dentro. Mi dice “eccolo il tuo compleanno” e non ho manco un altro tè da buttar via.

Mentre ci cantano “non vincete mai” siamo già in via Marx. Di nuovo su questo vialone, in mezzo a tutti ste monotone palazzine anni Sessanta, impregnate di nebbia e indifferenza per noi che ce ne andiamo incazzati. Ancora una volta.

Lascia un commento

Archiviato in Football