Apprendo con dispiacere da un post di Ayah Marar della morte di Diane Charlemagne, straordinaria voce di molti brani entrati nella storia della dance e dell’elettronica inglese dagli anni Ottanta ad oggi. Nata nel 1964 era malata da tempo e una delle sue ultime collaborazioni era stata per il progetto di solidarietà “I’am somebody” con Street Child World Cup a cui aveva prestato l’inconfondibile voce.
Dopo gli inizi con la 52nd Street Diane Charlemagne negli anni Novanta si era avvicinata alla drum and bass lavorando con Metalheadz e Reinforced fino al capolavoro assoluto di “Inner city life” con Goldie nel 1994. Capace di passare dalla jungle al jazz e al pop aveva contribuito anche a brani di Satoshi Tomiie, Calibre e negli ultimi anni a produzioni Hosptial Records con Netsky, High Contrast e London Electricity.
Fra questi anche Spy con il quale ho avuto la fortuna di ascoltarla dal vivo all’Academy di Brixton nel 2012.
(foto di Alex Freeman)