di Benedetto Marchese
Si è conclusa domenica a Pietrasanta con l’esibizione di Ken Follett e la sua band “Damn right i got the blues” la seconda edizione di ‘Anteprime, ti presento il mio prossimo libro’, la tre giorni organizzata dalle più importanti case editrici italiane per promuovere i titoli di prossima pubblicazione presentati al pubblico direttamente dagli autori. Una formula riuscitissima anche quest’anno, grazie alla varietà dei nomi proposti nel programma del festival, ma anche all’ospitalità della capitale culturale della Versilia nella quale si sono alternati personaggi come Vauro Senesi, Luca Telese, Roberto Vecchioni, Valerio Massimo Manfredi, Sergio Zavoli, Giuseppe Ayala, Giorgio Faletti e Silvio Muccino solo per citarne alcuni. Firme più o meno autorevoli della letteratura contemporanea, che al pubblico che ha affollato i vari luoghi scelti per gli incontri, hanno spiegato genesi, aneddoti e contenuti dei libri che troveremo in libreria nella prossima stagione. Un progetto supportato da Einaudi, Electa, Mondadori, Piemme, Frassinelli e Sperling & Kupfer, che rappresenta un’ottima sintesi fra un’operazione di marketing di alto profilo ed un festival vero e proprio secondo i canoni ormai acquisiti in molte altre città. Un evento che nella sua giornata conclusiva oltre al concerto del re dei best seller, prossimamente in uscita con “l’inverno del mondo” e sicuramente più a suo agio come scrittore che non come musicista, ha fatto segnare il tutto esaurito per l’incontro con Concita De Gregorio e l’intervista con Stefano Bollani sul palco di Piazza Duomo. “Il pop? Ci sono capitato per caso e non per soldi” ha rivelato l’eclettico pianista raccontando i suoi esordi con Raf, “Era un genere che mi piaceva poco –ha aggiunto- per questo ho detto no ad un tour con Jovanotti. Ripetere le stesse canzoni per trenta date consecutive non piaceva. Un giorno Enrico Rava mi disse ‘sei giovane e puoi fare altro’. Da quel momento ho iniziato a lavorare per conto mio”. Dalla sedia al vicino pianoforte Bollani spiega il suo concetto di musica, seguendo i rintocchi delle campana o spiegando: “Improvvisazione è scegliere ogni sera un percorso diverso, spesso mi lascio ispirare dal primo accordo con il quale inizio un concerto e da lì sviluppo il resto della serata. Mentre suono penso alla musica, sono concentrato su quello che accade”. Bollani, che fra qualche mese pubblicherà un libro dedicato ai generi della musica, saluta così il pubblico di Pietrasanta con il consueto medley composto dai brani suggeriti dalla gente che all’ombra del Duomo propone i titoli che il bravissimo pianista mescola fra loro, riproponendoli con ironia in un irresistibile finale che passa da Heidi ad Allevi fino a ‘vita spericolata’ di Vasco. Atmosfera più intima e raccolta ma altrettanto ironica nello spazio della Galleria Cardi, dove Sandrone Dazieri racconta origine ed incipit del suo prossimo libro, il cui titolo provvisorio è “L’uomo dei silos”. “Sarà ambientato a Roma –spiega lo scrittore cremonese che ha alle spalle un lunghissimo elenco di mestieri che hanno anticipato la sua brillante carriera- ed avrà come protagonista una poliziotta di nome Colomba in aspettativa per un trauma mentale che si conoscerà nel corso del libro, ed un ragazzo che da bambino è stato rapito e segregato per dieci anni. Insieme indagheranno sulla scomparsa di un ragazzino tra Roma e Cremona. Tutto però inizia dal ritrovamento del cadavere di una donna”. Qui finiscono le anticipazioni, ma non le curiosità regalate dall’inventore celebre ‘Gorilla’ portato sullo schermo anche da Claudio Bisio: “Il personaggio nasce nel 1999, facevo il giornalista e mi occupavo di controculture, cercavo un’altra chiave per raccontare la realtà dalla parte dei perdenti e non degli eroi, ed il noir mi dava questa possibilità. Mi facevano paura i matti e quindi ho voluto ribaltare i ruoli. Dopo dieci anni però era il caso di mandare in pensione il Gorilla e passare ad un’altra storia, anche perché altrimenti avrei dovuto farlo morire e francamente mi sarebbe dispiaciuto. Quando scrivo devo sentire la voce del personaggio, il mondo che ho nella testa è più attuale di quello che vivo, il mio è un approccio da autodidatta”. Un approccio portato con successo anche nella fiction televisiva che ha visto Dazieri come sceneggiatore di “Squadra antimafia” su Canale 5. “Un’ottima esperienza –spiega- la storia è sempre in movimento e c’è un confronto continuo con tutte le persone che lavorano alla realizzazione di ogni puntata”. Scambio di idee e pareri che Sandrone prosegue quotidianamente anche attraverso il proprio blog e Twitter: “Ho passato tutti i social network –sottolinea- ma questo è quello che preferisco. L’idea del blog è nata quasi per caso quando mi hanno chiamato quelli del Sole24ore, poi la cosa è proseguita. È tutto interconnesso, non guardando televisione m’informo attraverso il Web e scarico le serie tv americane”. Dexter fra le preferite, mentre nella sterminata competenza musicale spicca la passione per Leonard Cohen. Altre storie, da raccontare alla prossima occasione.