di Benedetto Marchese (@dettobene)
Che sia una serata di quelle speciali te ne accorgi uscendo dalla metro di Brixton dove ad accoglierti trovi numerosi bagarini dall’accento cockney i quali intercettano il flusso di giovani che si dirigono verso l’O2 Academy per il quarto appuntamento con l’Hospitality. Come accaduto negli altri precedenti l’evento è già sold out da una quindicina di giorni ma qualcuno si salva all’ultimo minuto pagando qualche sterlina in più per il prezioso tagliando che vale dieci ore di musica drum and bass in uno dei luoghi più affascinanti di tutta Londra.
Quelli della Hospital Records infatti sono riusciti a creare un vero e proprio ‘evento’ che ogni sei mesi riunisce a sud del Tamigi tutti i migliori dj dell’etichetta e cinquemila appassionati provenienti da tutta l’Inghilterra e da ogni parte del mondo, mentre per chi non riesce ad essere presente c’è una seguitissima diretta streaming su Youtube, a testimoniare come ormai il successo dell’etichetta sia ormai molto radicato anche al di fuori dei confini europei.
La coda all’ingresso è di quelle che in Italia ti farebbero passare la voglia di entrare ma qui, nonostante la accurate procedure di controllo biglietti e sicurezza, bastano pochi minuti per ritrovarsi davanti alle porte che si aprono sull’immensa platea che culmina con il palco sovrastato dall’inconfondibile logo che compare su altre centinaia di magliette. La musica è quella dei giovani Fred V e Grafix i quali quando l’Academy deve ancora riempirsi lasciano il posto a Tony Colman –London Elketricity, alla sua prima uscita del 2012 dopo qualche problema di salute ed ora perfettamente a suo agio dietro ai due piatti su cui girano solo vinili mentre la voce di Mc Wrec accompagna un set impeccabile. Uno dei momenti più attesi del venerdì di Pasqua targato Hospital arriva però di lì a poco quando in consolle sale High Contrast.
Davanti al riccioluto genio di Cardiff scende un immenso telo sul quale vengono proiettate immagini in alta definizione, selezionate e montate da lui stesso. Frammenti di film e video perfettamente contestualizzati con i brani introdotti dall’immancabile Dynamite Mc. Le prime note di ‘The agony e the ecstasy‘ dell’omonimo ultimo album sono accompagnate dal boato del pubblico e da centinaia di cellulari e digitali che immortalano il momento mentre sullo sfondo scorrono le riprese del video e Jessy Allen esegue dal vivo le parti vocali. Neorealismo e bassi che ti avvolgono, scorci di Londra ed i caratteristici inserti vocali di brani come ‘If we ever’ e ‘Not waving, but drowning‘ con il ritorno della bionda cantante gallese, oppure l’intro degli Who in ‘The road goes on forever‘ diventato ormai un classico delle notti all’Academy. Baci e spari in alta definizione esaltano ‘Kiss kiss bang bang’ e le suggestioni cinematografiche di ‘Emotional vampire‘, brano in ‘stile Morricone’ accompagnato da volti e primi piani perfetti. Oltre che per la qualità delle sue produzioni High Contrast è da sempre conosciuto per i suoi imprevedibili remix e la prova arriva poco dopo quando nel video compare Otis Redding e il dj, che si era superato in ‘Hometown glory’ di Adele, propone una personalissima versione di ‘Try a little tenderness’ nella quale anche Dynamite s’inserisce a meraviglia creando un’atmosfera unica che culmina con il gran finale affidato a ‘The first note is silent’ e al video realizzato dallo stesso Lincoln Barret. Immagini che chiudono uno set di emozioni ‘in HD’ e saziano il desiderio del protagonista che il giorno dopo sul suo profilo Twitter (con foto dello straordinario Gian Maria Volontè) scriverà “Ieri sera ho soddisfatto l’ambizione di portare un rave dentro ad un cinema”.
Ma la notte di Brixton è solo nella sua parte centrale e dopo High Contrast propone l’esibizione di Logistics che per l’occasione presenta il suo album “Fear not” (artwork a cura dell’ispiratissimo illustratore di casa Trickartt) la cui title track da il via ad un set ricco di sfumature e con una ricchissima varietà di tempi e stili. Accompagnato da Mc Wrec il dj e produttore di Cambridge propone pezzi nuovi ed altri classici oltre ai successi degli ultimi mesi fra i quali non manca il supersuonato ‘Marka’ di Dub Phizix, Skeptical e Strategy, oltre ad “Out the blue” di Sub Focus. Prologo perfetto per l’altro momento più atteso di tutta la serata: il live di Netsky.
Hospitality a Brixton significa sempre qualcosa di particolare, dagli ospiti alle anteprime assolute. In questo caso l’esibizione del tutto speciale del talentino belga che in meno di due anni è riuscito ad affermarsi come uno dei più innovativi produttori nella scena drum and bass mondiale, iniziando proprio da questo palco la sua ascesa. Il giovane Boris mostra un po’ di emozione prendendo posto dietro alla consolle con drum machine, laptop e campionatore, mentre al suo fianco si sistemano un batterista ed un tastierista. Quelli che seguono infatti sono quarantacinque minuti di dnb suonata dal vivo, proprio come facevano ormai qualche anno fa London Elektricity e Breakbeat Era. L’attesa è rotta solo dalle urla dei cinquemila dell’Academy che accolgono con un applauso l’incedere in crescendo di ‘Secret agent’ mentre la splendida coreografia luminosa taglia il buio della platea con enormi fasci di luce che illuminano i volti ed i sorrisi dei fedelissimi della label. Il quadro, di per sé già perfetto, viene impreziosito dal timbro soul della voce di Mc Darrison, mentre Netsky alterna a successi come ‘Give e take’ ed il remix di ‘Everyday’ per Rusko oltre ad alcuni estratti del nuovo attesissimo lavoro che uscirà a fine maggio consacrandolo definitivamente come uno dei talenti più puri nel genere. Lo spettacolo, che verrà ripetuto nei prossimi festival estivi, regala sensazioni davvero inattese permettendo di cogliere sfumature sonore che da sole valgono il prezzo del biglietto.
Altri talenti in ascesa nel roster della Hospital sono i due austriaci Camo & Krooked, che nell’appuntamento di settembre si presentarono dentro ad una gabbia a led luminosi mentre nella notte pre pasquale optano per un set molto più sobrio dal punto di vista scenografico ma sempre molto convincente sotto il profilo musicale. Eclettici ed energici, in grado di dare fondo all’immenso potenziale di bassi che fanno vibrare il pavimento dell’Academy, s’insinuano sulle gambe e nel petto e trascinano anche la balconata dove anche i più stanchi non riescono a stare fermi o seduti. I due viennesi sostenuti dall’mc Youthstar partono da ‘Run Riot’ per un’ora che spazia dai brani remixati dell’ultimo Between the lines passando per ‘Rock it’ di Sub Focus, ‘Hide u’ dei Kosheen e ‘Beatiful lies’ di B-Complex fino ad un accattivante remix di ‘They don’t care about us’ di Michael Jackson. Alfieri della Hospital anche all’estero, Camo e Krooked si giocano poi la carta Ayah Marar che acclamata dal pubblico di Brixton esegue con loro ‘Cross the line’ e ‘Watch it burn’ con la consueta grinta che la sta portando ad affermarsi come solista. Dalla liquid alla dubstep non dimenticano una delle hit più recenti come ‘Hot right now’ di Fresh e addirittura ‘Sun is shining’ di Bob Marley. Bass music a 360° per i due talenti della Hospital che chiudono ancora con la cantante giordana che interpreta un’energica versione di “I’ve got to be alone” conquistando l’ovazione di una platea che si prepara ormai per il rush finale.
Il timone passa dai due ragazzi al brasiliano S.P.Y, dalle strade di San Paolo a quelle di Brixton dove risuonano i suoi pregevolissimi beats e la voce di Mc Lowqui, mentre sotto al palco maglie sudate e bottigliette d’acqua dei ravers sono in perpetuo movimento. S.P.Y sfodera il meglio: il remix di ‘Go’ per Delilah, il classicone da brividi ‘By Your side’ e ‘Marka’ prima di congedarsi con la voce di Emeli Sandè in ‘Heaven’. Il finale è invece affidato a Nu:Tone, veterano dell’etichetta che suona gli ultimi dischi di un’altra serata da ricordare. L’elegantissimo ritornello ‘Spread Love’ anticipa le prime luci dell’alba su Londra mentre le emozioni sono ancora forti e la stanchezza solo un dettaglio trascurabile.